Cari genitori,
siamo ai saluti finali. Inutile dire che avremmo voluto tutti una conclusione diversa, chi ha cominciato quest’anno e chi sta concludendo il triennio della scuola media.
Inutile anche dire che negli ultimi mesi abbiamo avuto una scuola “insolita”, non esattamente quella che tutti noi conosciamo e amiamo. La scuola è guardare negli occhi i nostri ragazzi per capire come stanno, prima ancora di chiedere loro cosa sanno dell’argomento del giorno, scuola è cogliere l’onda meravigliosa dell’energia che da loro passa a noi quando si affrontano argomenti importanti, per capire se le nostre parole sono arrivate veramente, sono state comprese e hanno colpito nel segno, scuola sono le risate, le chiacchiere, le gite scolastiche, i momenti di incontro prima e dopo il suono della campanella, le litigate, i rimproveri, la ricreazione, gli abbracci e le confidenze fuori la porta dell’aula. Poi è arrivato questo essere microscopico a scombussolarci le vite e abbiamo dovuto, tutti insieme, inventarci un’altra scuola, con i mezzi che avevamo a disposizione, andando a volte per tentativi, sbagliando direzione e tentando di recuperla. Vi abbiamo chiesto uno sforzo enorme, quello di aiutarci a sostenere i ragazzi nella famigerata “Didattica a Distanza”, voi preoccupati e confusi dall’uso di “mille piattaforme”, noi ossessionati dall’idea di non lasciare nessuno indietro e di essere più presenti proprio perché distanti. Siamo dovuti entrare nelle vostre famiglie, cercando di fare meno rumore possibile, consapevoli delle difficoltà che questo tempo difficile ha posto davanti a tutti noi. Abbiamo cercato insieme, la scuola e la famiglia, di ricostruire come potevamo quella rassicurante quotidianità per i nostri ragazzi, affinché non si sentissero troppo soli e non fossero costretti a interrompere il loro percorso di studi. A volte è andata bene, altre volte meno bene, ci siamo stressati e abbiamo imprecato contro connessioni ballerine, piattaforme capricciose, microfoni singhiozzanti, telecamere dispettose!
So che talvolta vi siete preoccupati perché i vostri figli hanno faticato a svolgere i compiti, perché avevano difficoltà a concentrarsi o a ottemperare a tutte le scadenze imposte dai prof.
Tutti quanti, tuttavia, stavamo imparando insieme un’altra lezione, ben più importante: abbiamo imparato ad affrontare le difficoltà impreviste, a rinunciare alla libertà dei movimenti e delle relazioni sociali per uno scopo più alto. I ragazzi hanno appreso che la salute è un bene da salvaguardare anche se comporta rinunce, hanno imparato un nuovo senso del tempo, modi diversi di stare vicini e di sperimentare la solidarietà. Tutto questo non su un libro di Educazione Civica, ma vivendo consapevolmente un periodo epocale.
Proprio per questo voglio ringraziarvi tutti, perché credo che questo tempo ci abbia permesso di comprendere ancora più a fondo il senso dell’importanza della collaborazione tra la scuola e la famiglia, ciascuno dalla propria parte della “barricata” a spronare i ragazzi a studiare, a partecipare, seppur a distanza, alla vita di questa scuola che ha imparato, talvolta inciampando, a ripensare i suoi obiettivi, a rivedere le sue certezze, ma che non poteva rinunciare ad essere comunità educante.
Vi invito ancora una volta ad andare a vedere il lavoro straordinario che i ragazzi hanno svolto e che abbiamo raccolto nel blog di classe, ora più che mai “memorabile diario di una quarantena”.
Ci tengo a dirvi che sono davvero fiera di tutti loro, piccoli eroi di un tempo che ha chiesto loro una resistenza paziente e silenziosa.
Auguro a tutti delle MERITATE vacanze e spero di rivedervi di persona molto presto!
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