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Immagine del redattoreRo Ro

The wall


In tema di muri, come non citare un capolavoro assoluto della musica contemporanea? Sto parlando di una vera e propria opera rock, il mitico concept album The Wall. Per i Pink Floyd il muro più difficile da abbattere non è fuori di noi ma dentro noi. Una costruzione innalzata intorno alla nostra persona per proteggerci da episodi che abbiamo vissuto e che temiamo possano ripetersi: traumi che portano il protagonista dell’album, una rockstar di nome Pink, sull’orlo della follia perché ormai troppo chiuso in se stesso. Nel 1979 i Pink Floyd sono andati al di là della musica, hanno valicato i limiti della razionalità cercando di comprendere e spiegare il perché di certi atteggiamenti, spesso anomali, tipici dell’essere umano. L’album è di una intensità ineguagliabile, siamo di fronte ad un’opera artistica dalle mille sfaccettature anche musicali, un album incentrato sulla psicologia umana, ed in particolar modo sull’alienazione e la follia.

“We don’t need no education – We don’t need no tought control” è uno dei versi più celebri della storia della musica e dà il via ad Another Brick In The Wall, forse il pezzo più famoso dei Pink Floyd. Sole tre note compongono il cantato principale del brano. In ciò troviamo uno dei temi più traumatizzanti per il fantasmagorico Pink: frustrazione data dalla scuola e dai suoi metodi violenti in senso fisico e psicologico. Un coro di bambini incalza il tema con rabbia contro i professori: profondo, meditativo, attento, razionale, nostalgico e triste. “Hey, Teachers, leave them kids alone!”

Vedi i video, di tanti tanti anni fa, che descrive una scuola MOLTO diversa dalla nostra!

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